La valorizzazione dei caratteri culturali e paesaggistici del luogo è assunta come un’opportunità per fare del percorso ciclopedonale il filo sottile di collegamento tra le preesistenze e gli spazi urbani attraversati, stabilendo così una serie di inedite relazioni che interpretano in modo nuovo la continuità tra le parti. Un flusso ciclabile e pedonale che muovendosi tra le “nuove centralità” ritrovate (piazzetta stazione ferroviaria, giardino didattico scuola agraria, zona variante parziale al P.R.G. 2005 attualmente adibita ad uso agricolo e ad area produttiva), svela nessi visivi e funzionali attraverso il trattamento di oggetti e delle situazioni che il contesto mette a disposizione per dare forma ad un disegno, la cui varietà e articolazione, restituisce una nuova identità al luogo. L’obiettivo è accostare parole che già esistono secondo nuove sequenze per sviluppare un racconto che trova nei vari collegamenti del nuovo percorso ciclopedonale i principali protagonisti. L’idea è stata quella di pensare ad un tragitto come sommatoria di episodi in successione, di luoghi da attraversare, così da valorizzare potenzialità latenti e spazi o ambienti poco visibili facendo della capacità di ascolto dei luoghi il punto di partenza per la comprensione e la ri-definizione della loro nuova identità. Il tracciato quindi così concepito non è solo il mezzo attraverso cui andare, o il mezzo mediante il quale legare “punti notevoli”, Caldiero con la frazione di Caldierino, fondamentale presupposto urbanistico di colloquiale continuità, ma in quest’ottica il percorso diventa il luogo mediante il quale avviare la trascrizione di un racconto di immagini da percorrere, abitare e valorizzare gli spazi complementari ad esso relazionati. Un modo di “stare”, di essere parte di un percorso, informale luogo di incontro, che salda i diversi episodi in un’unica narrazione stabilendo così un “cercato” rapporto dialettico con l’ambiente circostante, con il paesaggio che è sempre immagine semantica del territorio.